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"Addio al prato del Ballarin, una diga di cemento oscurerà il panorama", l'appello del gruppo Rigenera SBT

SAN BENEDETTO DEL TRONTO "Il prato dell'ex stadio Ballarin è destinato a verde sportivo: perché stanno costruendo strutture in cemento sul campo di gioco?". E' una delle scottanti domande che il gruppo Rigenera SBT rivolge all'amministrazione comunale. Dubbi e quesiti messi nero su bianco dall'architetto Daniele Paolini e dall'avvocato Gian Luigi Pepa.

"Non intendiamo - il preambolo dei due professionisti - intervenire nelle diatribe politiche,  ma solo ribadire l’importanza che per noi ha la “rigenerazione urbana” nei processi di trasformazione in atto e futuri della nostra Città, ovvero ribadire la necessità di adottare questa  nuova visione come “azione essenziale” per interrompere il declino che inesorabilmente coinvolge la nostra SBT. 

Nel convegno sulla "Rigenerazione Urbana" che promuovemmo nel maggio del 2022 presso l’hotel Calabresi relazionarono specialisti di settore, universitari  e autorità comunali e Regionali, vennero toccati temi importanti che si poi si sarebbero dovuti  tradurre in interventi di riprogrammazione della pianificazione territoriale locale ma purtroppo ad oggi dobbiamo constatare che  questo  cambio di passo non è avvenuto, anzi tutt’altro". 

Continuano Paolini e Pepa: "Ciò che noi auspicavamo è che in città si avviasse finalmente un processo di progressiva “Rigenerazione Urbana”  intesa  come un complesso di azioni  multidimensionali che mirano a rivitalizzare aree urbane in declino o trascurate, migliorandone sia la qualità della vita dei residenti, sia l'aspetto e la funzionalità dell'ambiente urbano. Questo processo può includere una varietà di interventi, come la riqualificazione di edifici e di spazi pubblici, la promozione di nuove attività economiche e culturali, e l'implementazione di soluzioni sostenibili e innovative da integrarsi in un ridisegno urbanistico  complessivo ma le nostre aspettative a quanto pare sono ad oggi deluse . 

Ciò che ora in particolare trattiamo è quello del  comparto urbanistico portuale ove ricade “l’ex  stadio Ballarin”. Purtroppo per la “Fossa dei Leoni”, a fronte della sua inevitabile, e per noi dolorosa demolizione per ovvie ragioni di insostenibilità strutturale e di prevenzione dell’incolumità pubblica, assistiamo oggi ad una “cementificazione” che va  ben oltre l’originaria area di sedime della gloriosa “curva sud “ con evidente  invasione dell’ex prato verde che, ricordiamo, fu oggetto di rifacimento da parte della passata amministrazione. 

Ciò che ci preoccupa è soprattutto il fatto che nelle Norme tercniche di attuazione del PRG ancora vigente, l’area in questione era destinata  a verde sportivo art.49/9. Ci auguriamo che tali questioni legali ed urbanistiche siano state  oggetto di studi approfonditi da parte degli uffici comunali e dello stesso  progettista Archistar prof. Guido Canali, e supportate da leggi tali far derogare da una variante al PRG,  ma egualmente alla luce delle strutture in cemento che oggi si elevano dal suolo  appare evidente un’inequivocabile perdita di “terra marrone” in un quartiere come quello S. Filippo ove  il Verde pubblico è già carente. Purtroppo “Alĕa iacta est”  (Il dado è stato gettato, ndr), ma egualmente vogliamo esprimere le nostre perplessità". 

Le perplessità di Rigenera SBT.    

"1. Eccessiva Cementificazione

La trasformazione di aree destinate a verde in edifici o strutture in cemento armato può avere un impatto negativo sull’ambiente urbano e sulla qualità della vita dei residenti soprattutto in  tempi attuali di cambiamento climatico. Inoltre per quel che ci è dato sapere per mancanza di fondi l’intervento non riguarderà l’intera area dell’ex Ballarin.C he ne sarà della parte non compresa?  Siamo sicuri  soprattutto che tutto questo sia nel miglior interesse dei cittadini e delle generazioni future? Non a caso oggi negli interventi di Rigenerazione Urbana si ricorre sempre più a preventive interviste di “tutti i cittadini” e non solo dei portatori di particolari interessi.

    2. Spazi verdi e aree sportive sono cruciali per la salute e il benessere delle persone, offrendo opportunità per attività fisica, relax e socializzazione. A fronte delle  trasformazioni in corso, ovvero a fronte della presunta mancanza di  un definito progetto complessivo ove alberi e verde dovevano essere elementi preminenti. Siamo sicuri che le future strutture soddisferanno queste aspettative? Il rischio è costruire “cattedrali nel deserto”. 

    3. La mancanza di trasparenza e forse  di conformità con le normative e piani urbanistici  vigenti  “potrebbe” sollevare problemi. Da cittadini ci chiediamo: ”L’amministrazione  comunale ha avviato un processo di valutazione complessiva degli esiti e dei rilevanti  impatti urbanistici  che tali trasformazioni avranno sul territorio Urbano? Siamo sicuri che non fosse stata necessaria l’approvazione  preventiva  di un vero e proprio piano particolareggiato che comprendesse almeno “l’incompiuta Ecomostro Santarelli”?  

    4. Impatto Culturale e Storico. E’ indubbio che l’ex stadio Ballarin ha per la comunità sambenedettese un valore storico e culturale significativo. La sua trasformazione in strutture non ben definite (museo della Samb e quant’altro), potrebbe essere percepita come perdita per il patrimonio collettivo e un deterioramento del senso di identità. Visualmente ora che le strutture si elevano dal suolo sono percepite da sud Viale Cristoforo Colombo e da nord dal  lungomare di Grottammare come una “Diga”, che bloccherà per sempre il magnifico colpo d’occhio che si percepiva da nord a sud. Oggi ci chiediamo: Non era meglio prediligere soluzioni meno impattanti  magari ricorrendo a quelle visionarie  prospettate con successo dall’ingegner Onorati che già negli anni 60  ipotizzava la continuità viaria, con Grottammare della Riviera delle Palme riproponendo una grande mitigazione essenze arborea come quella  dello spettacolare Lungomare Trieste? 

    5. Partecipazione della Comunità. Nel quadro metodologico della “Rigenerazione urbana” la trasparenza e il coinvolgimento della comunità sono elementi di partecipazione essenziali per aiutare a garantire che le nuove costruzioni rispondano alle reali esigenze della popolazione e preservino gli spazi di valore ed è per questo che invochiamo momenti di confronto tali da correggere eventuali distorsioni. Ricordiamo che “questo tema”  è da molti anni oggetto di dibattiti e concorsi ove vari progettisti si sono confrontati liberamente elaborando le più svariate soluzioni.

Altresì sappiamo che  per comprendere appieno il carattere di un luogo è necessaria una conoscenza approfondita della storia e della cultura del luogo stesso. Lo stesso  “Le Corbusier” prima di elaborare il piano urbanistico di Algeri vi visse ben “dieci anni “. La progettazione architettonica è un’attività intrinsecamente razionale, nel senso che le scelte effettuate nel processo di definizione di una futura opera, pensata per essere costruita o ideata a fini di ricerca teorica, debbono essere inquadrate in una sequenza logica priva di errori frutto di anni e anni di esperienze di cui Canali sicuramente è maestro, ma egualmente ci chiediamo: il progetto elaborato ha raggiunto i necessari tempi di maturazione? Non ci permetteremmo mai di giudicare l’opera di un maestro. Un dubbio però ci assale: siamo sicuri che essa non sia percepita dalla comunità  come “un’astronave” estranea all’ambiente circostante ?

    6. Monitoraggio e Advocacy. Noi di “Rigenera Sbt” temiamo che questa situazione stia evolvendo in modo problematico, e siamo a chiedere chiarimenti su tali  trasformazioni e in particolare sulla loro reale rispondenza  alle  esigenze di “sostenibità ambientale ".

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