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Bocciato il nuovo ospedale a Ragnola: "Troppo cemento, sì all'ampliamento del Madonna del Soccorso", Rigenera SBT lancia l'idea


SAN BENEDETTO DEL TRONTO Demolire le case lungo la Statale 16 per realizzarvi un parcheggio ed ampliare verso ovest l'ospedale Madonna del Soccorso. No al nuovo ospedale a Ragnola. Migliorare la viabilità collegando il nosocomio alla bretella collinare. E' quanto propongono l'avv. Gian Luigi Pepa e l'arch. Daniele Paolini del gruppo Rigenera San Benedetto. 

"E’ noto come a San Benedetto - continuano - si discuta da anni sulla questione sanitaria senza tuttavia aver sciolto il nodo  che soddisfi tutte le variabili  dipendenti e indipendenti relative ad una struttura sanitaria così complessa e impattante dal punto di vista socio-sanitario e  urbanistico. 

Qualche dato: il nuovo plesso  infatti  dovrebbe servire  i cittadini del distretto di San Benedetto del Tronto e del suo circondario, che ad oggi ha una popolazione stimata in circa 150.000 abitanti. 

Se poi si considerano le presenze turistiche i dati parlano chiaro gli arrivi nei mesi estivi hanno toccato 143.535 turisti nel 2023. 

Questi dati se sia pure sommari rendono il nostro  territorio quello di gran lunga il più popoloso di tutto il Piceno, senza considerare che il Plesso Sambenedettese  serve anche il vicino Abruzzo per cui la pressione sanitaria sul vecchio “Madonna del Soccorso”  soprattutto in estate fa saltare il banco.

Lasciando perdere la guerra dei numeri, certamente un  territorio così merita un’attenzione particolare per dare una risposta dimensionata alle reali esigenze della popolazione. 

Da anni si parla di stabilimento ospedaliero di 1° livello, sede di fondamentali reparti specialistici, come:

a) medicina, chirurgia, ostetricia-ginecologia, pediatria con nido, orto-traumatologia, anestesia-rianimazione, unità di terapia intensiva, cardiologica; 

b) u.o. di Laboratorio di analisi,  radiologia, servizio Immunotrasfusionale, ma soprattutto un Pronto soccorso attrezzato e realmente calibrato  alla pressione sanitaria che spesso diviene insostenibile a causa di un territorio come il nostro. 

E allora la domanda è:  “Costruire un  Nuovo ospedale cementificando una nuova area cittadina (Ragnola)  o potenziamento del vecchio Plesso?”.  

Dal nostro punto di non vi è dubbio che la seconda soluzione sia  quella da prediligere  per un  motivo di fondamentale importanza: la tutela del territorio %.

La rigenerazione urbana infatti si basa sull'idea di riqualificare aree ed edifici già esistenti anziché consumare nuovo suolo vergine.

Per noi occorre privilegiare la conservazione della "terra marrone" favorendo la concentrazione delle infrastrutture su  aree già urbanizzate o industrializzate che necessitano di riqualificazione. 

Questa è una strategia sostenibile da privilegiare rispetto a interventi di costruzione di un nuovo “pseudo Ospedale” in aree oggi ancora vergini come la preventivata zona Ragnola .

Ristrutturare e potenziare il Madonna del Soccorso ampliandone il comparto urbano, è per noi la cosa più rispondente all’interesse urbanistico e socio economico delle attuali e future generazioni. 

Se mai ve ne fosse l’esigenza l’attuale ospedale  potrebbe  essere ampliato verso ovest, con un progetto di ampliamento del comparto urbano, che potrebbe portare diversi benefici, come una maggiore funzionalità e accessibilità. 

La considerazione di riutilizzare strutture ed aree esistenti è in linea con i veri principi della rigenerazione urbana, evitando ulteriore consumo di nuovo suolo attuando le seguenti opzioni 

La prima opzione riguarda  l’idea di demolire gli attuali  fabbricati  antistanti  l’ospedale stesso addossati alla SS 16 per creare un nuovo parcheggio, sarebbe cosa e giusta prevedendo per essi un piano di esproprio per interesse pubblico. 

Tanto più che tranne la villa Brancaccio tutti quelli a sud di essa risultano degradati e sottoutilizzati e lascerebbero adito ad un piano di esproprio per interesse pubblico. 

Le aree cosi recuperate potrebbero fungere da zona cuscinetto con la nazionale, magari abbellita con essenze arboree di medio e alto fusto.

Questa opzione potrebbe  migliorare l'estetica e la funzionalità di tutta l’area in questione, offrendo ombra e un microclima più piacevole. È importante però  considerare attentamente gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e al coinvolgimento della comunità nel processo di pianificazione, per garantire che le esigenze locali siano rispettate e soddisfatte".

La bretella collinare. "La seconda  opzione - insistono Pepa e Paolini - riguarderebbe il collegamento del Madonna del Soccorso con la bretella collinare, posta a sud e in linea con esso. 

Questa rappresenterebbe una “grande opportunità” per riutilizzare finalmente quella che ad oggi è una vera e propria  sottoutilizzata “cattedrale nel deserto”. Occasione importante per migliorare la viabilità e l'accessibilità della struttura ospedaliera.  

Se questa bretella, venisse opportunamente valorizzata, con la costruzione di un breve collegamento con l’attuale ospedale, potrebbe offrire un accesso diretto e efficiente all'Ascoli-Mare e all'autostrada, facilitando il trasporto di pazienti, visitatori e personale.

Migliorare la viabilità è cruciale per ridurre i tempi di attesa e rendere i servizi sanitari più accessibili. 

Un’attenta progettazione di questo collegamento potrebbe portare a benefici sia in termini di traffico che di sicurezza, contribuendo al contesto urbano e territoriale in modo complessivo. 

È  inoltre essenziale considerare che l'impatto ambientale e sociale di tali opere, deve essere fatto  assicurandosi di coinvolgere la comunità locale nel processo decisionale".

Ampliare il Madonna del Soccorso. "La terza opzione, secondo i criteri della rigenerazione urbana, potrebbe essere  quella  di accorpare all’attuale  struttura ospedaliera, le aree ad esso retrostanti ad ovest, accordandosi con la Curia, proprietaria delle stesse, al fine di  favorirne un utilizzo sociale e di interesse pubblico oltre che dell’ente religioso". 

Villa Rambelli. "Nella quarta opzione l’allargamento del comparto urbano potrebbe includere anche la limitrofa Villa Rambelli adattissima per fini Sociali, oltre a quelli culturali, come anche ben indicato negli atti testamentari degli ex proprietari.

Una struttura ricreativa e  di assistenza agli anziani i quali potrebbero trovare in essa - concludono Pepa e Paolini - servizi come biblioteche, sale mostre e spazi ricreativi e quant'altro necessario al miglioramento della propria qualità della vita".

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