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"Monteprandone finanzia tre boschi urbani, San Benedetto pensa ai parcheggi multipiano al centro", il gruppo 'Rigenera SBT' bacchetta l'amministrazione

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO "La Riviera necessita da anni di un vero e proprio programma di rigenerazione urbana. Purtroppo, cambiano le amministrazioni, ma non cambia il metodo di amministrare, continuando a navigare a vista con interventi casuali e privi di visione". Tornano alla carica su cemento, parcheggi, in quinamento, sostenibilità ambientale l'arch. Daniele Paolini e l'avv. Gian Luigi Pepa del gruppo 'Rigenera SBT'.

"Soprattutto nel centro storico A2, nel cosiddetto quartiere marinaro posto a est e a ovest di via Montebello, da decenni - continuano i due professionisti - vi sono zone totalmente abbandonate, addirittura prive di illuminazione pubblica, con marciapiedi dissestati e non a norma per l’accesso dei disabili. 

Basta farsi un giro tra le vie a ovest di via Montebello per notare asfalti dissestati, realizzati almeno 60 anni fa, usurati, avvallati e pieni di buche, per non parlare delle fognature che ad ogni pioggia rigurgitano creando allagamenti.  Le fontanelle storiche sono lasciate al più totale degrado, chiuse da decenni. Nessuna cura è stata posta nonostante le raccolte di firme e le proteste dei cittadini del Natale 2018. 

Degrado e sporcizia sono ovunque, e anche i membri del comitato di quartiere dimostrano di non conoscere la reale situazione del degrado, puntando a interventi di facciata piuttosto che proporre un generale piano di riqualificazione dell’intero quartiere marinaro. 

Un’amministrazione realmente attenta al benessere di tutti i cittadini avrebbe dovuto programmare un piano di riqualificazione generale prima dell’intervento in piazza Montebello. Nei fatti, però, assistiamo ai soliti annunci. 

Pare si interverrà per prima cosa sull’antica Piazza della verdura, riasfaltata di recente dopo la demolizione dello storico mercato della frutta e verdura, mettendo ad essa un “Vestito Nuovo di plastica e falsi storici” senza alberi, sedute e siepi, conservando scarpe rotte tutto intorno. 

Ciò che stupisce è la previsione di una sua pedonalizzazione senza una preventiva pianificazione del traffico veicolare e l’eliminazione di 60 posti auto in un punto strategico per la città, proponendo soluzioni che, anziché risolvere, aggraveranno la situazione.  Uno spettacolo desolante che denota approssimazione e superficialità". 

"Come gruppo Rigenera SBT - ancora Paolini e Pepa - pensiamo che ogni vera riqualificazione del centro urbano debba partire principalmente dalla riduzione dello smog, ottenibile mediante la diminuzione del traffico e l'incremento del benessere del cittadino di chi vive nel quartiere. 

Realizzare parcheggi sotterranei in piazze (come San Giovanni Battista) o altre aree fortemente interessate dal traffico urbano può rappresentare un errore gravissimo. Invece di risolvere il problema, tali parcheggi forzati spesso lo aggravano, incentivando l'uso dell'automobile e aumentando la congestione. 

Per noi di Rigenera SBT sarebbe essenziale, invece, adottare soluzioni che mirino a diluire e decongestionare il traffico, piuttosto che concentrare la presenza di auto nel centro abitato. 

Gli esempi di città come Pescara o Riccione, egualmente turistiche e costiere come San Benedetto del Tronto, sono emblematici. 

In entrambe le città sono stati realizzati parcheggi e silos scambiatori posti fuori dai quartieri a maggiore densità abitativa, ottenendo un netto miglioramento della vivibilità cittadina. 

Occorrerebbe altresì pensare a soluzioni come sistemi di mobilità alternativa, potenziare i trasporti pubblici, creare piste ciclabili sicure e incentivare l'uso di veicoli e navette elettriche condivise. 

Altre soluzioni efficaci sono le Zone a Traffico Limitato (ZTL) e l’estensione delle aree pedonali per ridurre il numero di auto nelle zone centrali. 

Sul “Ballarin”, ad esempio, come abbiamo già detto, anziché costruire l’ennesima cattedrale nel deserto come un Museo dedicato alla Samb e altre non ben identificate sale convegni, si poteva pensare di costruire un parcheggio di scambio, collegato efficientemente ai mezzi pubblici, per evitare l'ingresso massiccio di auto nel centro urbano. E soprattutto realizzare una bella area verde con alberi ombrosi e freschi. 

Noi pensiamo che investire in aree verdi e spazi pubblici che incentivino spostamenti a piedi o in bicicletta siano misure che aiutano a migliorare la qualità della vita urbana, riducendo l'inquinamento e creando un ambiente più sano e vivibile per tutti. 

Basta inoltre con le ripavimentazioni occasionali, che in fondo non sono che altre cementificazioni e impermeabilizzazioni del suolo, che rischiano solo di creare ulteriore inquinamento. 

Occorre in definitiva ripensare l’urbanistica cittadina in termini sostenibili, pianificando le ristrutturazioni e le costruzioni in modo da ridurre l'impatto ambientale, utilizzando materiali ecocompatibili e tecnologie di risparmio energetico. 

Solo con una visione integrata e a lungo termine si può ottenere un reale miglioramento della qualità della vita di questa città, che includa misure per incentivare l'espansione delle aree verdi e l'aumento dei silos parcheggio su edifici anche industriali dismessi (famigerati frigoriferi Sgattoni, 400 posti auto). 

Un approccio integrato potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita dei residenti e l'attrattiva della città per i visitatori. 

L'implementazione di spazi verdi non solo migliorerebbe l'estetica urbana, ma fornirebbe anche benefici ecologici e sociali. 

Una buona amministrazione sarebbe quella in grado di identificare fonti di finanziamento, come fondi europei, statali o regionali, e offrire incentivi per investimenti privati per accelerare la realizzazione dei progetti. 

È di questi giorni la notizia che lo stesso comune di Monteprandone è riuscito a intercettare finanziamenti per realizzare ben tre boschi urbani. San Benedetto del Tronto che fa?". 

Il sunto finale: "Dal nostro canto siamo convinti che solo realizzando un piano ben strutturato, che tenga conto di questi aspetti, si potrebbe trasformare significativamente il volto di San Benedetto del Tronto, rendendola una città più verde, vivibile e attrattiva, togliendola dal primato negativo di città più cementificata delle Marche".


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