L'Ast non rinnova i contratti: "Sospeso di sabato il servizio della Farmacia dell'ospedale", i disappunti di Bottiglieri e Canducci
SAN BENEDETTO DEL TRONTO "A distanza di un week end dalla manifestazione davanti agli ospedali di San Benedetto ed Ascoli dove oltre a tutti sindacati che rappresentano i lavoratori dell’AST erano presenti anche le forze del centro sinistra, insieme ai rappresentanti di 5 Stelle, compare un avviso davanti alla farmacia ospedaliera di San Benedetto del Tronto. Ove si avverte che la farmacia ospedaliera sarà chiusa il sabato mattino fino al 30 aprile (per ora)". E' la denuncia pubblica dei consiglieri comunali di minoranza Aurora Bottiglieri e Paolo Canducci.
"Ricordiamo - continuano - che la dispensazione dei farmaci direttamente dalle farmacie ospedaliere è rivolta a pazienti con patologie croniche, con malattie rare e pazienti oncologici: la fascia fragile della popolazione.
Il servizio farmaceutico aperto il sabato mattino è una prestazione importante proprio effettuata di sabato, giorno in cui molti pazienti o i loro familiari non lavorano; invece ora sarà aperto in orari infrasettimanali dalle ore 10:30 alle ore 12:30 creando difficoltà a molti cittadini. Alla farmacia dell’ospedale si rivolgono non solo i sambenedettesi ma anche i cittadini dei paesi limitrofi che fanno parte del nostro distretto.
Il servizio è sospeso per mancanza di personale; non sono stati prorogati i contratti a tempo determinato a due magazzinieri a due farmacisti specializzandi; non è stata sostituita una maternità, inoltre è assente per gravi motivi personali un ulteriore farmacista.
È presente un solo farmacista che deve provvedere oltre che alla distribuzione dei farmaci all’interno della struttura ospedaliera anche alla distribuzione esterna con evidente carico di lavoro per quest’ultimo.
Nel frattempo venerdì viene pubblicato dall’AST un bando per l’assunzione di un nuovo dirigente ingegnere clinico e per un nuovo dirigente amministrativo; probabilmente solo uno scatto di qualifica per dipendenti già assunti visto che in quest’ultimo caso è stato appena assunto un dirigente amministrativo proveniente da altre strutture ospedaliere. Ne serviranno due?
La dott.ssa Natalini, venerdì, allontana i giornalisti asserendo che l’ospedale è una proprietà privata perché è lei che paga l’IMU, le sfugge che per a pagare l’IMU ed anche il suo stipendio perché lei è un dirigente pubblico, vengono utilizzati i soldi delle nostre tasse ma è evidente che considera la gestione dell’AST 5 come se fosse una proprietà privata; tanto da non avere il coraggio di affrontare i sindacati né le forze politiche che da mesi stanno dando l’allarme sui tagli al personale e dei posti letto anzi ne è infastidita.
Per non parlare dell’atteggiamento deprecabile del governatore Acquaroli che entra da una porta secondaria e rifiuta anche lui insieme all’assessore Saltamartini un breve confronto chiesto dai sindacati.
Insistono Bottiglieri e Canducci: "D’altronde sempre nell’AST 5 si fa la scelta di far rinunciare ad un posto di lavoro ad una dipendente pur di non concederle l’aspettativa non retribuita per darle modo di assistere un minore; questa è la politica della destra nei confronti delle donne eppure durante l’incontro con i cittadini del 19 dicembre la dottoressa Natalini aveva parlato del gender cap, del bollino rosa e delle donne che purtroppo spesso debbono rinunciare al lavoro che spetterebbe loro per competenze, ma spesso devono rinunciarvi. Parole al vento".
L'ulteriore denuncia dei due consiglieri di minoranza: "E non è finita a tutto a questo si aggiunge il taglio dei posti letto; nel piano integrato di attività e Organizzazione della regione pubblicato il 31 gennaio, il governo regionale ha concesso 494 posti letto all’AST 5 di cui 55 in day hospital, da dividere tra i due nosocomi piceni; andando a leggere la distribuzione dei posti letto decisi dalla Natalini, questi risultano essere 23 di meno dei 494 decisi dalla giunta regionale a cui sono da aggiungere i 12 posti letto di urologia che compaiono sì sulla carta ma che non sono esistenti da anni".
L'amara conclusione di Bottiglieri e Canducci: "Quindi meno personale, ulteriore tagli ai servizi e ai posti letto, ma guarda caso i tagli dei servizi e del personale sono maggiori al Madonna del Soccorso".
In sintesi: la Regione Marche riduce le funzioni del Madonna del Soccorso di San Benedetto, ma potenzia il Mazzoni di Ascoli Piceno.
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