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Donne in esposizione sul calendario di Natale, Cava (FdI): "Gli assessori di Fides Vita condividono?"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO "Gli assessori Campanelli e Pellei, esponenti di spicco di Fides Vita, hanno condiviso l’iniziativa o non sono stati coinvolti?", tuona Luigi Cava, coordinatore comunale di FdI.

"Il calendario con le ragazze che indossano attillatissimi costumi - continua Cava - in posa sui più suggestivi luoghi della città, stante a quanto detto da chi lo ha proposto, avrebbe lo scopo di promozione turistica. 
Si presume pertanto che l’adesione da parte del Comune, al costo di 7 mila euro per il contribuente sambenedettese, sia stato concordato con l’assessore titolare della delega al Turismo Cinzia Campanelli e con l’assessore con delega al Bilancio Domenico Pellei.
Questi due assessori, esponenti di spicco del movimento Fides Vita che proprio in questi giorni, per rispondere alla profonda inquietudine del cuore, propongono il messaggio “Dio si fa presenza di Carne e Sangue”, dovrebbero in modo trasparente rispondere ad una domanda che l’intera cittadinanza si sta ponendo: sono stati coinvolti per l’iniziativa del calendario?
E’ importante per una serie di ragioni. Innanzitutto perché la loro eventuale condivisione dell’iniziativa sarebbe una notizia interessante in quanto non proprio in linea con il messaggio del movimento, ma anche nel caso risultassero totalmente estranei verrebbe da chiedersi cosa ne pensi la loro lista civica di appartenenza (Centro Civico Popolare) dal momento che il coordinatore comunale Luigi Orlandi, giusto alcuni giorni fa, aveva dichiarato alla stampa che non sarebbero state più tollerate scelte personalistiche e non condivise.
Tutti sanno quanto sia ricattabile il sindaco Spazzafumo che può contare su una risicata maggioranza consiliare di tredici consiglieri, e che pertanto è sotto schiaffo dei capricci di ognuno di loro, ma c’è un limite invalicabile che deve fare i conti con un’etica che non dovrebbe mai sconfinare in una svendita dei propri valori per la conservazione della poltrona in giunta o in consiglio. Tanto più se si utilizzano soldi pubblici e spazi fisici vocati alla rappresentanza democratica cittadina".

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