«Buone feste senza cemento», stop al Piano regolatore obsoleto: serve uno strumento urbanistico sostenibile
SAN BENEDETTO DEL TRONTO Il Comune rilascia concessioni edilizie che aggiungono cemento al cemento in aree antropizzate. Concessioni, per carità, del tutto legittime poiché basate sul vigente Piano regolatore generale. Ma si tratta di uno strumento urbanistico obsoleto, redatto a metà anni Ottanta e approvato nei primi anni Novanta dal Consiglio comunale. Un'epoca in cui si costruiva in maniera scriteriata ed era in fase embrionale la sensibilità per l'ambiente.
Sarebbe perciò opportuno che ora il Comune metta in stand by il vigente Piano regolatore (per quanto riguarda nuove costruzioni e ampliamenti volumetrici) in attesa di un nuovo strumento urbanistico che ponga al primo posto la sostenibilità ambientale.
In questi giorni in cui si celebrano le festività Natalizie e si attende l'arrivo del nuovo anno sono apparsi cartelli in prossimità di aree verdi e davanti ai cantieri con la scritta: "Vogliamo il verde, basta il cemento". I cartelli più appariscenti sono stati posti sulla recinzione dell'area Olivieri in via IV Novembre e nei pressi dei cantieri di via IV Novembre e via Da Vinci.
In via Da Vinci è stata abbattuta la villetta di un piano della maestra Papalino per costruirvi un edificio residenziale, mentre in via IV Novembre è stata buttata giù una casetta con il solo piano terra ed ora è in fase di realizzazione un palazzo. E' vero che il Prg lo consente e non viene consumato ulteriore suolo, come è vero che vengono aumentate le volumetrie, cioè il cemento va ad occupare gli spazi in altezza.
In passato sono stati fatti troppi sbagli dalla politica, che ha prediletto la scellerata speculazione edilizia cementificando il lungomare, lungo il fiume Tronto, in collina. E sono state rilasciate concessioni nelle zone centrali e periferiche senza prevedere marciapiedi e alberature.
Via IV Novembre è situata nel quartiere Porto d'Ascoli Centro, vicino a piazza Cristo Re, dove sono sorti invadenti condomini a discapito dei servizi per la collettività. I residenti da tanto tempo chiedono al Comune di acquisire la degradata area Olivieri per trasformarla in un parco. E in via Da Vinci non ci sono i marciapiedi.
Lo scriteriato scempio dei suoli perpetrato negli anni del boom edilizio dovrebbe essere da esempio per non ripetere gli stessi sbagli. Il fatto che trenta-quaranta anni fa siano stati costruiti palazzi dove non si doveva, non può essere un alibi per farne altri nelle vicinanze. Le aberrazioni del passato siano da esempio per non cadere negli stessi errori: sono in gioco la qualità della vita, la salute e il futuro della collettività. (Franco Cameli)
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