Il Consiglio Direttivo dell’associazione è composto dal presidente Alessandro Capograssi, dal vicepresidente Elio Core, dal segretario Emilio Santarelli, dal tesoriere Giacomo Mattioli dai consiglieri Nicola Baiocchi, Leonardo Capogrossi, Cristian Crucitti, Francesco Crucitti, Luigi Di Emidio, Marco Di Marco, Davide Portelli, Marco Santarelli e Vavrynyuk Lyubov Volodymyrivna.
L'associazione prende spunto dalla delibera del comune di San Benedetto dell’anno 2020 sul 'Progetto Provincia Unica Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto'.
"La nuova realtà, che tenacemente perseguiremo, vorrà essere un percorso ottimale - spiega il vicepresidente Elio Core - per entrambi i territori, i quali, forti delle loro peculiarità e delle loro comuni sinergie, sicuramente renderanno vincente la provincia picena nelle nuove sfide di questi anni.
Inoltre, con una rinnovata e concorde unità, potremo far sentire un maggior peso politico nei confronti della Regione Marche, delle Istituzioni Locali e Nazionali.
Vogliamo sensibilizzare l’opinione dei cittadini per intraprendere un processo di paritaria integrazione dei due territori, ponendo in essere a costituzione della nuova provincia, come peraltro avvenuto con Pesaro-Urbino, Forlì-Cesena, Barletta-Trani-Andria ed altre realtà territoriali già operative.
La nuova provincia, cancellando antiche e anacronistiche divisioni, arrecherà benefici a tutto il territorio Piceno, favorendo il suo sviluppo armonico: programmato e pensato nel segno della modernità e degli interessi comuni dei suoi cittadini.
Infine porremo in essere, per il raggiungimento di questo obiettivo, tutti gli strumenti consentiti dalla legge. Contemporaneamente - conclude il vicepresidente Elio Core - avvieremo un’ampia campagna di informazione e diffusione del nostro progetto tra i cittadini dell’intera provincia".
Questi gli intenti dell'associazione 'Nuova Provincia Ascoli-San Benedetto': 'Sono trascorsi più di centosessanta anni e molte cose nel frattempo sono cambiate, in particolare la crescita demografica, che ha visto costantemente espandersi sia la città di San Benedetto del Tronto, con quasi 47 mila abitanti, sia il territorio circostante, che ha superato i 100.000 abitanti, rispetto all’intera Provincia, che ha subito un calo demografico significativo. Le cause di queste variazioni sono molteplici e principalmente sono da annoverare alle diverse opportunità di lavoro, alla disuguale e diversificata crescita economica, alla ubicazione sul territorio, alla posizione baricentrica rispetto alla Regione Marche e quella Abruzzese. Insomma, un punto strategico centrale che consente di attirare il turismo e creare opportunità di sviluppo economico.
La nuova Provincia si prefigge non di dividere ma di integrare maggiormente i due territori, che appaiono ad oggi divisi e disomogenei rispetto ad una realtà mutata nel tempo e, per taluni versi, non più rispondenti alle nuove esigenze della odierna società.
Nonostante vanti un incremento demografico che l’ha fatta diventare la più grande città della Provincia, San Benedetto del Tronto, con l’attuale gestione provinciale, sconta in termini di servizi una forte penalizzazione, che ha creato disparità e risentimenti nella popolazione, rallentando, e in alcuni casi bloccando, la crescita socio economica della città.
L’analisi dei due territori, ognuno con le proprie specificità, suggerisce di intraprendere azioni congiunte e coordinate, atte a creare sinergie di ulteriore sviluppo per entrambi, così da arrestare la loro decadenza, soprattutto di quello ascolano, che con il mantenimento della vecchia realtà ottocentesca non ha alcuna possibilità di sviluppo, anzi registra un continuo ed inesorabile regresso.
Constatiamo con amarezza che le attuali politiche provinciali anziché tendere ad una maggiore e più equilibrata diffusione dei servizi sul territorio, principalmente quello sanbenedettese, tendono non solo a togliere quelli esistenti sulla costa ma, di fatto, impedisce caparbiamente la nascita di quelli nuovi: la sanità un esempio tra i tanti.
In questi anni abbiamo subito decisioni che hanno impoverito il nostro territorio, ponendo in difficoltà i cittadini, le attività economiche, commerciali, turistiche: in definitiva, fornendo servizi scadenti alla popolazione e un aggravio economico alle famiglie'. (Franco Cameli)
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