L'ospedale perderà Terapia intensiva cardiologica: continua il declino di San Benedetto. Core scrive a Spazzafumo
"Il Comitato di quartiere Porto D’Ascoli Centro - scrive Core - nella seduta Consiliare del 10 Aprile 2023, venuto a conoscenza delle numerose voci circa la mancanza del servizio Utic nel documento di programmazione sanitaria triennale 2023-2025 presso il Nosocomio Sambenedettese e della ipotesi di trasferimento del dipartimento di prevenzione in altra sede comunale, non può sottacere questa ulteriore penalizzazione, ove fosse realtà, nei confronti di questo territorio che meritoriamente in campo sanitario, ha sempre espresso professionisti di alta competenza e professionalità nella gestione della sanità pubblica, servendo un territorio vocato alla emergenza-urgenza e al turismo".
Core lamenta l'impoverimento del territorio che sta perdendo servizi utili ai cittadini: "Non riusciamo a comprendere la motivazione perché da tempo sia in atto verso questo territorio continue spoliazioni di servizi quali: pretura, depotenziamento della struttura ospedaliera, ridimensionamento della agenzia delle entrate, depotenziamento del servizio Inps.
Insomma un territorio impoverito di servizi nonostante il numero di abitanti superiori alla Provincia di Ascoli e nonostante detto territorio sia vocato alla Emergenza Sanitaria per la sua conformazione geografica che lo pone in prima linea nei soccorsi e nella gestione delle urgenze-emergenze, tanto da essere il Pronto Soccorso secondo, per numero di accessi, solo a quello del Torrette di Ancona, unitamente ai paesi limitrofi molto popolosi".
Continua Core: "A ciò si aggiunge la presenza di numerose infrastrutture quali autostrada, statale 16, ferrovia, porto, cantieristica, super strada Ascoli Mare, soccorso a mare, turismo che raddoppia la popolazione nel periodo estivo. Dunque come è pensabile che un territorio ove insiste un ospedale di primo livello possa fare a meno del Servizio Utic, peraltro fondamentale nella gestione delle patologie cardiache e non solo.
I cittadini con patologie acute ictus, infarti, annegamenti ecc, in quale struttura sanitaria dovrebbero curarsi? Come è possibile privare questo territorio di oltre 47mila abitanti e con un bacino di utenza di circa 300mila abitanti, compresi i 14 comuni aderenti, di questo importante e vitale servizio?
Crediamo che sia giunto il tempo di porre in essere una profonda riflessione sulla gestione della sanità locale basata sulle esigenze del territorio, istituendo servizi laddove necessitano con specialistiche diversificate e non più basati su scelte politiche che sino ad ora hanno solo penalizzato questo territorio, accentrando tutto nel capoluogo regionale.
In questo contesto si inserisce anche il discorso non più rinviabile della Provincia Ascoli San Benedetto nell’ottica di una sanità moderna e programmata sul territorio tale da soddisfare le esigenze del Piceno, al fine di ottenere equa ripartizione delle risorse e le giuste esigenze del territorio.
Per questi motivi le chiediamo un incontro urgente, per conoscere quanto accade nella sanità del nostro territorio e non solo, ribadendo sin da ora la nostra contrarietà alla soppressione del servizio UTIC e del trasferimento del dipartimento di prevenzione.
Entrambi i servizi debbono insistere nel territorio di San Benedetto del Tronto, essendo il Madonna del Soccorso Ospedale Capofila".
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