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L'errore dei mastelli: quando il politico non ha la cultura dell'igiene


Dev'essere un genio al contrario colui che ha inventato i mastelli per la raccolta dei rifiuti. Un perverso genio privo delle cultura dell'igiene. A San Benedetto del Tronto i mastelli restano sul marciapiede tutta la notte, in balìa delle intemperie e degli animali randagi. Al mattino vengono maneggiati (con i guanti da lavoro, ovvio) dagli operatori ecologici che ne toccano a centinaia in poche ore, trasportando virus e batteri da un bidone all'altro. Senza contare tutte le volte che i mastelli vuoti vengono lasciati con il coperchio aperto, anche quando piove. Dopo questo travaglio il malcapitato cittadino deve riportare il mastello dentro casa: alla faccia dell'igiene. 

Come se non bastasse, la Picenambiente ha rimosso i bidoni verdi per l'indifferenziata. I bidoni stradali per l'indifferenziata sono utili per conferire i bisognini dei cani, per gettare cartacce non riciclabili e per la sporcizia del marciapiede. Questo vale soprattutto in periferia dove mancano cestini per le cartacce e bidoncini per i bisognini dei cani. In periferia, tra l'altro, la Picenambiente passa circa un paio di volte l'anno a pulire i marciapiedi. Dove abito, il marciapiede è ammantato per mesi da foglie in decomposizione, fango e cacche dei cani. Un bidone per l'indifferenziata sarebbe estremamente utile per l'igiene e il decoro urbano.


Un'altra criticità. Ci sono persone che vanno a lavoro prima delle 8 e rientrano la sera. Alle 8 del mattino il personale della Picenambiente non è ancora passato a ritirare i rifiuti. Così succede che il bidone giallo, blu o nero resti fino a sera in "bella" esposizione sul marciapiede. 

I governanti si vantano dei mastelli perché sono in uso nelle grandi città europee. Ma la giustificazione non regge: se le grandi città stanno sbagliando, per quale motivo devono sbagliare tutti? Cerchiamo di imitare chi fa meglio di noi, non chi fa peggio. Penso, invece, che il motore che alimenta i mastelli sia di natura economica. E' così che va il mondo.

Il mastello è anche una forma di egoismo del politico di turno, perché non tiene conto di chi vive in un appartamento di modeste dimensioni o non ha un balcone dove parcheggiare l'ingombro. Oppure non ha spazio per mettere una vaschetta sul balcone dove poterlo lavare. Cito solo questi problemi: sono quelli che mi vengono in mente di getto, tanto per dire che i mastelli sono un errore della politica. Sono un errore nel modo con cui vengono gestiti. Andrebbe trovata una modalità alternativa per conciliare i mastelli con l'igiene e non aggravare le criticità delle persone che abitano in piccoli appartamenti.

A San Benedetto del Tronto l'errore fu introdotto dall'amministrazione Gaspari (ma eravamo agli esordi dei mastelli e si può comprendere), la giunta Piunti perseverò nell'errore senza fare una riflessione sui problemi che i mastelli generavano nella popolazione. Ora siamo alla giunta civica del sindaco Spazzafumo e nulla cambia. Anzi, il sindaco civico  di recente ha completato l'introduzione dei mastelli nei quartieri. Della serie: sbagliare è umano, perseverare è diabolico. (Franco Cameli)

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